Don Giovanni Barbareschi

CHIAMATI A LIBERTÀ

a cura di don Giuseppe Grampa
con la prefazione di Mario Delpini, Arcivescovo di Milano

Un anno dopo il suo ritorno al Padre (4 ottobre 2018),
il libro che raccoglie la preziosa testimonianza
di don Giovanni Barbareschi.

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Caratteristiche: 232 Pagine, 14 x 21, rilegato in brossura, copertina con alette, stampa b/n con inserto fotografico a colori

Edizione: In Dialogo, ITL libri

Prezzo di copertina: 18 euro

ISBN:  9788832047110

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Con l'indice e le prime 20 pagine.


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"Memoria di sacerdoti ribelli per amore"

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Il libro, curato da don Barbareschi, presenta le figure di oltre duecento preti ambrosiani che hanno collaborato attivamente alla Resistenza. Pubblicato nel 1986, è uscito in nuova edizione nell'aprile 2018, pochi mesi prima della morte di don Giovanni.

"Chiamati a Libertà +
"Sacerdoti Ribelli per amore"

UN TESTO CHE RACCONTA L'AVVENTURA TERRENA DI UN GRANDE PROTAGONISTA DELLA CHIESA AMBROSIANA, INNAMORATO DELLA LIBERTÁ.

Il volume, curato da don Giuseppe Grampa, si compone di 5 parti.
La PRIMA PARTE propone la testimonianza diretta di don Giovanni, frutto di un lavoro di sbobinatura, selezione e montaggio ragionato delle numerose interviste rilasciate (e registrate) da don Giovanni negli ultimi 15 anni. La famiglia, l'adolescenza nel periodo fascista, la vocazione, le Aquile Randagie, l'OSCAR, la Resistenza, il rapporto con don Gnocchi.
Nella SECONDA e TERZA PARTE sono raccolte diverse testimonianze di persone vicine a don Giovanni che allargano l'orizzonte ai molti ambiti nei quali ha vissuto il proprio ministero: la scuola, la FUCI, lo scautismo, la casa alpina di Motta, il sostegno ai preti in difficoltà, l'Istituto per il sostentamento del clero, il tribunale ecclesiastico, l'amicizia con il Card. Martini, la Cattedra dei non credenti, la Scuola della Parola.
Con contributi di: Filippo Giganti, Emanule Ranci Ortigosa, Pietro Ichino, Pippo Ranci, Fabrizio Onida, Valerio Onida, Marco Garzonio, Stefano Beghi, Ennio Campoleoni, Mariagrazia Castelli e Mariateresa Cereghini, Marialuisa Ferrario, Agostino Migone, Giorgio Gritti, Paolo Bianchi, Roberta Penati, Vito Mancuso, Lucia Angelini e Roberto Spreafico.
La QUARTA e la QUINTA PARTE propongono alcune meditazioni di don Giovanni, scritte in diverse occasioni e su diversi temi.

Don Giovanni Barbareschi nasce a Milano l'11 febbraio 1922. Compie gli studi ed entra in Seminario. Dopo l'8 settembre decide di appoggiare la Resistenza. Entra a far parte delle Aquile Randagie, il movimento scout milanese clandestino. Con scout ed amici del mondo cattolico collabora attivamente all’opera di OSCAR (Organizzazione Soccorso Collocamento Assistenza Ricercati) preparando i documenti falsi e portando in salvo in Svizzera molte persone ricercate (ebrei, renitenti alla leva, evasi dai campi di prigionia, intellettuali e politici antifascisti). Entra nella redazione e collabora alla diffusione del giornale clandestino "il Ribelle".

Il giorno della sua prima Messa viene arrestato e torturato fino a quando l'intervento del Card. Schuster ne ottiene la liberazione. Riprende l'attività partigiana nel bresciano come cappellano delle Fiamme Verdi. Viene nuovamente arrestato e durante il trasferimento verso un lager tedesco riesce a fuggire e nuovamente riprende l’attività partigiana.

Nei giorni successivi al 25 aprile si prodiga affinché i nazifascisti sfuggano ai linciaggi e possano affrontare un regolare processo.

Nel dopoguerra è accanto a don Gnocchi nell’assistenza ai mutilatini. Docente amatissimo da colleghi e studenti presso il Liceo Classico Manzoni di Milano, per anni dirige la Casa religiosa dell’Alpe Motta di Madesimo. Con il cardinale Carlo Maria Martini è artefice della “Cattedra dei non credenti”.

Insignito di numerosi riconoscimenti civili e religiosi: medaglia d'argento della Resistenza, attestato di benemerenza della Comunità Israelitica di Milano (1955), Ambrogino d'Oro del Comune di Milano (2011). Dal 6 marzo 2014 a don Giovanni Barbareschi sono dedicati un albero e un cippo al Giardino dei Giusti di Milano.

Quando la salute glielo permette, accetta volentieri di portare la propria testimonianza in diversi contesti, rivolgendosi con particolare affetto ai giovani .

Torna alla casa del Padre il 4 ottobre 2018, a 96 anni.

"La libertà è per me il volto attraverso il quale Dio ha parlato alla mia persona. E sono profondamente convinto che quando un uomo o un popolo intero cerca la sua libertà, personale, politica, religiosa… che lo sappia o no, quella persona, quel popolo cerca Dio".