Scout tornati alla casa del padre

Letture e riflessioni


MESSA

PRESENZA DEL CERO PASQUALE
La fede, la Pasqua, il Battesimo

CANTO (GIOMBINI)

Ti chiedo perdono Signore voglio cambiare il mio cuore.
Io chiedo perdono a Dio e a te, fratello mio.

Tu, Signore Gesù, vedi gli errori, perdonami ancora.
Tu, Signore Gesù, ricco d'amore perdonami ancora.

Tu, Signore Gesù, cambia il mio cuore, perdonami ancora.
Tu, Signore Gesù, in ogni ora, perdonami ancora.

INGRESSO

Nella mia angoscia ho invocato il Signore ed egli mi ha esaudito; dal profondo degli inferi ho gridato e tu hai ascoltato la mia voce (Gio 2,3). So che tu sei un Dio misericordioso e clemente, paziente e misericordioso, e perdoni i nostri peccati. (Gio 4,2)

PREGHIERA

O morte, tu che separi i congiunti e, dura e crudele quale sei, dividi coloro che sono uniti dall’amicizia, sappi che è già infranto il tuo dominio. Il tuo giogo è già spezzato da colui che ti minacciava con il grido di Osea: “o morte, sarò la tua morte”. Quello stesso che ti ha vinto e ci ha redento, il Cristo, nostro Signore, che vive e regna nei secoli dei secoli. Amen (dalle Lettere di San Braulione, vescovo di Saragozza)

PRIMA LETTURA
ISAIA 38, 10-14. 17-20

Io dicevo: “A metà della mia vita me ne vado alle porte degli inferi; sono privato del resto dei miei anni”. Dicevo: “Non vedrò più il Signore sulla terra dei viventi, non vedrò più nessuno fra gli abitanti di questo mondo. La mia tenda è stata divelta e gettata lontano, come una tenda di pastori. Come un tessitore hai arrotolato la mia vita, mi recidi dall’ordito. In un giorno e una notte mi conduci alla fine. Io ho gridato fino al mattino. Come un leone, così egli stritola tutte le mie ossa. Come una rondine io pigolo, gemo come una colomba. Tu hai preservato la mia vita dalla fossa della distruzione perché ti sei gettato dietro le spalle tutti i miei peccati. Poiché non ti lodano gli inferi, né la morte ti canta inni; quanti scendono nella fossa, nella tua fedeltà non sperano. Il vivente, il vivente ti rende grazie come io faccio quest’oggi. Il padre farà conoscere ai figli la fedeltà del suo amore. Il Signore si è degnato di aiutarmi; per questo canteremo sulle cetre”.
Parola di Dio

SECONDA LETTURA
2 TIMOTEO (4,1-8)

Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero. Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione.
Parola di Dio

EBREI (4,9-13)

È dunque riservato ancora un riposo sabatico per il popolo di Dio. Chi è entrato infatti nel suo riposo, riposa anch'egli dalle sue opere, come Dio dalle proprie. Affrettiamoci dunque ad entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza. Infatti la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Non v'è creatura che possa nascondersi davanti a lui, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui noi dobbiamo rendere conto. Poiché dunque abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.
(CAPITOLO 5) Ogni sommo sacerdote, preso fra gli uomini, viene costituito per il bene degli uomini nelle cose che riguardano Dio, per offrire doni e sacrifici per i peccati. In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli rivestito di debolezza; proprio a causa di questa anche per se stesso deve offrire sacrifici per i peccati, come lo fa per il popolo. Nessuno può attribuire a se stesso questo onore, se non chi è chiamato da Dio, come Aronne. Nello stesso modo Cristo non si attribuì la gloria di sommo sacerdote, ma gliela conferì colui che gli disse: Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.
Come in un altro passo dice: Tu sei sacerdote per sempre, alla maniera di Melchìsedek. Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek. Su questo argomento abbiamo molte cose da dire, difficili da spiegare perché siete diventati lenti a capire. Infatti, voi che dovreste essere ormai maestri per ragioni di tempo, avete di nuovo bisogno che qualcuno v'insegni i primi elementi degli oracoli di Dio e siete diventati bisognosi di latte e non di cibo solido. Ora, chi si nutre ancora di latte è ignaro della dottrina della giustizia, perché è ancora un bambino. Il nutrimento solido invece è per gli uomini fatti, quelli che hanno le facoltà esercitate a distinguere il buono dal cattivo.
Parola di Dio

2 CORINTI (4,17-5,10)

Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d'un momento, quelle invisibili sono eterne. Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo, nostra abitazione sulla terra, riceveremo un'abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostro corpo celeste: a condizione però di esser trovati già vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. È Dio che ci ha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito. Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore, camminiamo nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore. Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.
Parola di Dio

SALMO

SALMO 122

Quale gioia, quando mi dissero:
" Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!

Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,

sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò:" Su di te sia pace!".
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

SALMO 62

Solo in Dio riposa l'anima mia;
da lui la mia salvezza.
Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.

Fino a quando vi scaglierete contro un uomo,
per abbatterlo tutti insieme,
come muro cadente,
come recinto che crolla?

Tramano solo di precipitarlo dall'alto,
si compiacciono della menzogna.
Con la bocca benedicono,
e maledicono nel loro cuore.
Solo in Dio riposa l'anima mia,
da lui la mia speranza.

Lui solo è mia rupe e mia salvezza,
mia roccia di difesa: non potrò vacillare.
In Dio è la mia salvezza e la mia gloria;
il mio saldo rifugio, la mia difesa è in Dio.
Confida sempre in lui, o popolo,
davanti a lui effondi il tuo cuore,
nostro rifugio è Dio.

Sì, sono un soffio i figli di Adamo,
una menzogna tutti gli uomini,
insieme, sulla bilancia, sono meno di un soffio.
Non confidate nella violenza,
non illudetevi della rapina;
alla ricchezza, anche se abbonda,
non attaccate il cuore.

Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la grazia;
secondo le sue opere
tu ripaghi ogni uomo.

Sal 130 (129)

Ant. Perché presso il Signore è la misericordia
è grande presso di lui la redenzione.

Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia preghiera.

Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi potrà resistere?
Ma presso di te è il perdono:
e avremo il tuo timore.
Io spero nel Signore,
l’anima mia spera nella sua parola.

L’anima mia attende il Signore
più che le sentinelle l’aurora.
Israele attenda il Signore,
perché presso il Signore è la misericordia
e grande presso di lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.

VANGELO
LUCA 17, 5,10

Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».
Parola del Signore

MATTEO 5,1-11

Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi».
Parola del Signore

GIOVANNI 6, 35-40. 14, 1-6, 11,25

Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». «Chi crede in me, anche se muore, vivrà».
Parola del Signore

DONA LA PACE

Dona la pace Signore a chi confida in Te.
Dona, dona la pace Signore
Dona la pace.

PREGHIERA DEI FEDELI

Ti diamo grazie Signore per il dono della fede. È grazie a Te se noi oggi crediamo che XXXXXXX è nella pace; è grazie a Te se la sua fiducia ci accompagna e un giorno ci accoglierà.

Ti ringraziamo Signore per XXXXXXX per quello che hai rivelato di Te e dell'umano attraverso la sua persona e la sua vita.

Ti ringraziamo per il dono della vita: aiutaci ad accorgerci delle sue meraviglie: i colori, i profumi. l'aria che respiriamo, la bellezza dell'alba e del tramonto, del mare e delle montagne.

Ti ringraziamo per aver creato ognuno di noi unico, irripetibile, come un'opera d'arte d'inestimabile valore. Ti ringraziamo per la capacità che ci hai dato di dare e di ricevere amore molto di più di quanto possiamo immaginare.

Padre buono affidiamo a te XXXXXXX e tutti i parenti stretti di XXXXXXX, gli amici e ciascuno di noi; ti affidiamo tutto ciò che ciascuno porta dentro di sé: speranze, desideri, sogni; e anche le paure, le angosce, le ferite; donaci la forza e il coraggio del perdono.

Sulla morte (Baden - Powell)

Spero che quegli scout [B.-P. parla di tre scout morti nel 1931 in Nuova Zelanda durante un terremoto] fossero preparati. Spero che avessero osservato il loro motto, giacché tale motto significa essere preparati per la vita e per la morte. Desidero che voi ci pensiate su. La morte può arrivare ad ogni momento: un incidente, una malattia improvvisa. Siate preparati ad essa, e penso che ogni Scout o Guida, quando arriva il suo momento di morire, possa dire a se stesso: «Ho fatto del mio meglio nella vita? Ho cercato di fare il mio dovere?». Se potete dire: «Beh, ho fatto del mio meglio», è quanto basta. Vi sentirete riconfortati, giacché nessuno può fare di più del proprio meglio. Esser preparati alla morte consiste nell’osservare la Legge Scout al meglio delle proprie capacità.

CANTI

TRA LE MANI NON HO NIENTE

Tra le mani non ho niente, spero che mi accoglierai
Chiedo solo di restare accanto a te.
Sono ricco solamente dell'amore che mi dai:
E per quelli che non l'hanno avuto mai.

RIT. Se m'accogli, mio Signore, altro non ti chiederò
E per sempre la tua strada, la mia strada resterà
Nella gioia e nel dolore fino a quando tu vorrai
Con la mano nella tua camminerò.

Io ti prego con il cuore, so che tu mi ascolterai
Rendi forte la mia fede più che mai.
Tieni accesa la mia luce fino al giorno che tu sai,
Con i miei fratelli incontro a te verrò.

ALLO SPEZZARE DEL PANE

QUESTA NOTTE NON È PIÙ NOTTE

Questa notte non è più notte davanti a te,
la notte come il giorno risplende.

COMUNIONE

QUANDO BUSSERÒ ALLA TUA PORTA

Quando busserò alla Tua porta,
avrò fatto tanta strada,
avrò piedi stanchi e nudi,
avrò mani bianche e pure…
Avrò fatto tanta strada,
avrò piedi stanchi e nudi
avrò mani bianche e pure,
o mio Signore!

Quando busserò alla Tua porta,
avrò frutti da portare,
avrò ceste di dolore,
avrò grappoli d’amore…
Avrò frutti da portare,
avrò ceste di dolore,
avrò grappoli d’amore,
o mio Signore!

Quando busserò alla Tua Porta,
avrò amato tanta gente
avrò amici da ritrovare
e nemici per cui pregare…
Avrò amato tanta gente,
avrò amici da ritrovare
e nemici per cui pregare,
o mio Signore!

FINALE

SIGNORE DELLE CIME

Dio del cielo, Signore delle cime
Un nostro amico hai chiesto alla montagna,
ma ti preghiamo, ma ti preghiamo
su nel Paradiso, su nel Paradiso
lascialo andare per le tue montagne.

Santa Maria, Signora della neve
Copri col bianco tuo soffice mantello
Il nostro amico, il nostro fratello
su nel Paradiso, su nel Paradiso
lascialo andare per le tue montagne.

MADONNA DEGLI SCOUT

Madonna degli scout ascolta, t’invochiam!
Concedi un forte cuor a noi che ora partiam!
La strada è tanto lunga ed il freddo già ci assal,
Respingi tu regina, lo spirito del mal.

E il ritmo dei passi ci accompagnerà,
Là verso gli orizzonti lontani si va (bis)


E lungo quella strada non ci lasciare tu
Nel volto di chi soffre facci trovar Gesù.
Allor ci fermeremo, le piaghe a medicar
E il pianto di chi è solo sapremo consolar.

Lungo la strada bianca la Croce apparirà
E’ croce che ricorda chi ci ha lasciato già.
Pur tu sotto una croce, Maria, restasti un di
Per loro Ti preghiamo sommessamente qui.

ALTRI CANTI

QUALE GIOIA MI DISSERO (SALMO 121)

Rit. Quale gioia mi dissero
andremo alla casa del Signore.
Ora i nostri piedi o Gerusalemme
si fermano davanti a te.

Ora Gerusalemme è ricostruita
come città salda, forte e unita.

Salgono insieme le tribù di Jahwé
per lodare il nome del Dio d'Israel

Là sono posti i seggi della sua giustizia
i seggi della casa di Davide.

Domandate pace su Gerusalem
sia pace a chi ti ama, pace alle tue mura.

Su di te sia pace, chiederò il tuo bene
per la casa di Dio chiederò la gioia.

Noi siamo il suo popolo, Egli è il nostro Dio
possa rinnovarci la felicità.

AMICI MIEI VENITE QUI

Amici miei venite qui,
cantate insieme a me,
qualcuno c’è che da lassù
dal cielo sentirà.

Le stelle sopra le città
le accende tutte Lui,
ed il sole che ci scalderà
ce l’ha donato Lui.

Per ogni notte buia che
il cuore oscurerà,
amici miei poi ci sarà
un’alba chiara in più.

Amici miei venite qui,
cantate insieme a me,
qualcuno c’è che sta lassù
e non ci lascerà.

VIEUX PELERIN

Vieux pélerin qui vagabonde,
je suis partout un étranger,
mais je suis sùr qu’en l’autre monde
Dieu va m’offrir où me loger.
Je vais là-bas revoir mon père,
fini pour moi de cheminer.
A l’autre bord de la rivière,
maison à moi je vais trouver.

J’acheverai bientòt ma route,
j’enteds tous proches les Jourdains:
la morte n’a rien que je rédoute
j’y maisserai tous mes chagrins.
Je vais là-bas revoir ma mère,
près d’elle enfin me consoler,
sur l’autre bord de la rivière
à la maison me reposer.

Voici la fin de mes souffrances,
et le repos pour mon vieux corps,
voici venir la récompense
par dieu promise à mes efforts.
Je vais là-bas parmi les anges,
en oubliant mes vieux soucis,
passer mon temps, passer en louange,
dire à Jésus sans fin merci.

Traduzione: Esule vado e vagabondo, ovunque sono uno straniero, ma la promessa del tuo amore rifugio certo mi darà. Laggiù vedrò alfin mio padre, il mio cammino fine avrà; sull’altra sponda del gran fiume la mia dimora troverò. Terminerò la lunga strada, il fiume sento mormorar. Sperando in te la morte attendo, ogni timore svanirà. Laggiù vedrò allor mia madre, accanto a lei sorriderò. Sull’altra sponda del gran fiume la pace alfin ritroverò. D’ogni fatica ecco la fine, lo stanco corpo quiete avrà: ecco venir la ricompensa da Dio promessa al mio dolore. Laggiù vedrò sempre il suo volto, tutte le pene scorderò ed a Gesù eternamente il mio alleluia canterò.

IL SIGNORE È IL MIO PASTORE

Il Signore è il mio pastore:
nulla manca ad ogni attesa;
in verdissimi prati mi pasce,
mi disseta a placide acque.

È il ristoro dell'anima mia,
in sentieri diritti mi guida
per amore del santo suo nome,
dietro lui mi sento sicuro.

Pur se andassi per valle oscura
non avrò a temere alcun male:
perché sempre mi sei vicino,
mi sostieni col tuo vincastro.

Quale mensa per me tu prepari
sotto gli occhi dei miei nemici!
E di olio mi ungi il capo:
il mio calice è colmo di ebbrezza!

Bontà e grazia mi sono compagne
quanto dura il mio cammino:
io starò nella casa di Dio
lungo tutto il migrare dei giorni.

 

PENSIERI VARI

Ama nesciri et pro nihilo reputari. L’Imitazione di Cristo, nel capitolo “De humili sentire sui ipsius,- l’umile coscienza di sé”, scrive: “Ama nesciri et pro nihilo reputari - cerca di essere ignorato e di essere considerato un nulla”. È questo l’insegnamento più profondo e più utile: conoscersi veramente e disprezzarsi. De se ipso nihil tenere et de aliis semper bene et alte sentire - non tenere se stessi in alcun conto e avere sempre buona e alta considerazione degli altri. In questo sta grande sapienza e perfezione. Anche se tu vedessi un altro cadere manifestamente in peccato, o commettere alcunché di grave, pur tuttavia non dovresti crederti migliore di lui; infatti non sai per quanto tempo tu possa persistere nel bene. Omnes fragiles sumus, sed tu neminem fragiliorem te ipso tenebis - tutti siamo fragili; ma tu non devi ritenere nessuno più fragile di te” (libro I, capitolo II, 2). Questo distillato di sapienza viene da molto lontano, dai primi secoli della storia spirituale cristiana.

A Emilio Vanin devo la citazione delle parole di un altro laico santo. Giuseppe Antonio Tovini, banchiere e avvocato bresciano, padre di dieci figli, leader del movimento cattolico della seconda metà dell'Ottocento, beatificato da papa Giovanni Paolo II il 20 settembre 1998, fu il fondatore della Banca di Valle Camonica, della Banca San Paolo e del Banco Ambrosiano. Diceva: “Ogni sacrificio si deve sostenere, e consumare. Anche il patrimonio, se è necessario, pur di conservare ai figli il tesoro della fede, perché i figli senza la fede non saranno mai ricchi, con la fede non saranno mai poveri”.

Nella raccolta delle lettere di Francesco Petrarca - "Seniles", quelle dell'età avanzata - la 17.ma è indirizzata in latino a Giovanni Boccaccio. Una frase sulla morte, prevista non lontana, dice: "Il mio desiderio è questo: la morte mi colga mentre leggo o scrivo o - se a Cristo piacesse - mentre prego o piango i miei peccati"

L’Apocalisse con: Signore vieni e l’attesa per cieli e terre nuovi

 

SE MI AMI, NON PIANGERE (padre Giacomo Prisco)

Se ml ami non piangere!
Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
Se potessi vedere e sentire ciò che io vedo e sento
in questi orizzonti senza fine
In questa luce
Che tutto penetra e investe,
Non piangeresti, se ml ami.
Qui si è ormai assorbiti
Dall'incanto dl Dio
E dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose dl un tempo
Quanto piccole e fuggevoli, al confronto!
Ml è rimasto un profondo affetto per te;
Una tenerezza che non ho mai conosciuto.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te!
È gioia pura senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa
Tu pensami così!
Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e stanchezza,
Pensa a questa meravigliosa casa,
Dove non esiste la morte,
E dove cl disseteremo insieme
Nel trasporto più intenso
Alla fonte inestinguibile
Dell’amore e della felicità
Non piangere più
Se veramente mi ami!
AMEN

 

LA MORTE NON È NIENTE (Henry Scott Holland)

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

 

VI LASCIO ANCORA UN SILENZIO

Vi lascio, amici, questo nuovo grande silenzio,
dentro vi troverete tante voci,
ascoltatele, riconoscetele, non scordatele,
vengono ormai da altra dimensione
e si confondono insieme ai loro sguardi
che luccicano come stelle nuove
oltre la coltre di nubi.
Abbiamo anche quest’anno
rafforzato la schiera degli angeli,
ma il coro è sempre uguale,
i nostri nomi e i loro, sempre insieme,
uniti in questo angolo di ascolto.
La speranza è nel mistero che ci avvolge,
una memoria ricca di ricordi
che continua a viaggiare
passo dopo passo
sulla nostra strada
come fiammella tenue di preghiera.

 

CARISSIMI AMICI E PARENTI (Gabriella Corti - Locatelli)

Carissimi amici e parenti,
preparatevi ad un’altra festa di cui non sappiamo la data precisa, ma sappiamo molto probabile.
Non potrò certo chiedervi di non piangere. Anzi, piangete pure tutto il vostro dolore che sarà rugiada sull’erba nuova. Però vi prego di pensare anche alla mia gioia e alla mia pace nell’essermi sentito tanto amato da Dio e da tutti voi. Per qualcuno che soffre questo è veramente il dono più grande. Non abbandonate mai nessuno.
Lasciatemi dunque andare serenamente, perché io possa essere davvero libera e lo possiate essere anche voi, in modo che possiamo danzare insieme nel cielo, quando vorremo, la nostra danza in amore della Vita. Ecco perché mi piacerebbe che anche la cerimonia fosse molto gioiosa, con canti e possibilmente danze. Naturalmente siete tutti invitati!
E se qualcuno ricorda la poesia di Peguy in cui dice di non piangere perché io sarò nella stanza accanto sappiate che per me non è così: io sarò esattamente dentro di voi.

 

FAMMI DORMIRE IN PACE (Dietrich Bonhoeffer)

Signore, mio Dio, io ti ringrazio perché hai portato a termine questo giorno; io ti ringrazio perché hai dato riposo al copro e all'anima. La tua mano era su di me e mi ha protetto e difeso.
Perdona tutti i momenti di poca fede e tutte le ingiustizie di questo giorno; aiutami a perdonare coloro che sono stati ingiusti con me.
Fammi dormire in pace sotto la tua protezione e liberarmi dalle insidie delle tenebre. Ti affido i miei cari, ti affido il mio corpo e la mia anima. Dio, sia lodato il tuo santo nome. Amen.

 

DAPPERTUTTO (S. Giovanni Crisostomo)

Colui che amammo e perdemmo non è più là dove era prima, ma dappertutto ove siamo noi

 

(ANONIMO)
(sostituisci Xxxxxx col nome della persona defunta)

Amico non avvicinarti alla sua tomba piangendo
Xxxxxx non è li…
Xxxxxx è nel vento che soffia tra le cime dei suoi monti
Xxxxxx è nel bianco della neve della sua valle
Xxxxxx è nella luce del sole che splende nelle acque dei ruscelli
Xxxxxx è nella pioggia autunnale attesa dalla terra che ha sete
Xxxxxx è nel canto di uno stormo di uccelli
Xxxxxx è tra le stelle che brillano in cielo in una notte di estate. No non avvicinarti alla sua tomba piangendo
Xxxxxx non è li …
Ma è vivo nei nostri ricordi e nel nostro cuore.
Ciao Xxxxxx!
Grazie di averci fatto sorridere con la tua simpatia e fino a che non ci incontreremo di nuovo, nei grandi spazi del cielo, possa Dio tenerti nel palmo della sua mano.

 

Pensieri di BADEN (don Andrea Ghetti)

(da "Baden - vita e pensiero di Mon. Andrea Ghetti", di Vittorio Cagnoni, ed. Tipi)

La morte. È realtà più vera e più autentica. Essa ci spoglia di tutto: delle cose, dell’orgoglio delle finzioni, dello stesso corpo, così nostro. Essa c’insegue giorno per giorno, terribile. Preferiamo non parlarne poiché l’immagine della fine ci riempie di angoscia. La morte fa paura. Gesù nella sofferenza del Getzemani, ha voluto mostrarci il suo cuore d’uomo, il suo smarrimento. La morte fa paura perché è mistero: l’uomo che tutto vuol sapere e conoscere, che s’illude di dominare l’universo e scrutare i segreti, trova di fronte a sé questo insondabile ignoto. La ragione umana è disarmata. Solo la fede ci salva. Per il cristiano splende una certezza: dopo la morte c’è la vita e noi siamo in cammino verso la vita.

La commemorazione dei defunti non è solo pio ricordo di quanti abbiamo un giorno teneramente amato o preghiera di suffragio per un perdono misericordioso: è pure proiezione verso la Pasqua, in quel suo perenne, mirabile, permanere nel sacrificio della Messa. È nella morte che Cristo rivela la solidarietà: saper condividere il dolore dell’uomo. Una alleanza che si rileva nella Messa.

Novembre: è il mese dedicato alla memoria dei defunti. Preghiamo per quanti sono tornati alla Casa del Padre: fra noi e loro vi è un invisibile legame più forte di ogni separazione. È l’ineffabile Regno di Dio, quello che Gesù è venuto a donare e a rivelarci. Tutto sarà avvolto dalla potenza e dall’amore di Dio. Preghiamo per i nostri defunti: è vera, è profonda carità.

Oggi la Chiesa ci invita a pregare per tutti i defunti: quelli dimenticati, quelli scomparsi senza amore, senza rimpianto. Tutte queste dilette persone sono nella Patria, nella pace e nel gaudio del Signore. Ed è appunto a questa Patria che dobbiamo fissare lo sguardo. Là, solo là, è la nostra meta.

Tutto passa: Cosa rimane? L’amore e solo l’amore, l’aver dato, capito, sorretto, consolato. L’amore a Te Padre, che ci hai amato per primo. L’amore a Te Gesù che mi conosci in fondo alle mie miserie. L’amore allo Spirito che resta in noi. Rimane l’attesa del Regno.